Come si è detto all'inizio, a caratterizzare l'immagine dell'intero 
                  abitato si erge, sul lato monte dell'attuale via XX Settembre, 
                  la mole della chiesa di S. Giovanni Battista; il suo aspetto 
                  attuale conta poco più di duecento anni di storia, ma per risalire 
                  alle origini di questo edificio, occorre riferirsi ai primi 
                  secoli di vita cristiana della città. Per la precisione, seppur 
                  in modo indiretto, occorre richiamare la presenza di Galla 
                  Placidia in Rimini, concordemente affermata dalle 
                  antiche fonti. 
                   
                  Infatti sappiamo che nel V secolo questa imperatrice, che realizzò 
                  il famoso mausoleo a Ravenna, eresse proprio in questa zona 
                  un tempio dedicato a S. Stefano per custodirvi addirittura un 
                  braccio del santo come reliquia. Della bellezza e della ricchezza 
                  di questa fondazione imperiale in realtà molto si favoleggiò 
                  nei secoli scorsi da parte degli eruditi, con certezza sappiamo 
                  però che essa era "combusta" (bruciata) nel VI secolo, per cui 
                  occorreva già ricostruirla, mentre nel XII secolo risultava 
                  nuovamente distrutta, come riportato in una bolla di Papa 
                  Lucio II. 
                   
                  In questa bolla di Lucio II risulta infine evidente il nesso 
                  tra l'edificio di S. Stefano e quello di S. Giovanni Battista: 
                  vi si afferma, infatti, che la chiesa "sancti Johannis Baptistae 
                  quae vocatur foris porta , cum destructa eclesia sancti stephani, 
                  quae invicem sibi cohaerent", ovvero erano adiacenti l'uno all'altro. 
                  La chiesa di S. Stefano, poi, a quanto pare non fu più ricostruita 
                  e la reliquia del Santo fu trasferita nel vicino santuario di 
                  S. Gaudenzo.  
                   
                  Se la bolla di Lucio II, come detto, mostra una relazione certa 
                  tra le costruzioni di S. Stefano e di S. Giovanni Battista, 
                  va anche considerato però che quest'ultima è già citata, da 
                  sola, come monastero, nel X secolo, per poi comparire frequentemente 
                  nei documenti durante tutto il basso medioevo. 
                   
                  Passiamo così direttamente alla prima metà del XVI secolo quando 
                  veniamo a sapere da diverse fonti che la nostra Chiesa aveva 
                  tre altari ed era di piccole dimensioni, con un portico in facciata 
                  sotto il quale erano alcune sepolture e, forse, anche un'arca. 
                  Una torre delle fortificazioni borghigiane sorgeva in prossimità 
                  della sua abside.  
                   
                  Questa doveva essere la situazione quando i Padri Carmelitani, 
                  poco tempo dopo il loro arrivo effettivo in Rimini, la rilevarono 
                  il 17 Maggio 1573 dalla Venerabile Compagnia di S. Giovanni 
                  Battista del Borgo, una compagnia della quale molto non è noto 
                  se non che era assai antica e che sino allora aveva avuto qui 
                  il luogo delle proprie riunioni. Per l'esattezza la compagnia 
                  si riservò poi un vano negli ambienti adiacenti la chiesa per 
                  svolgervi le proprie attività e solo in seguito verrà costruito 
                  un apposito oratorio in un'altra parte del Borgo: si trova citato 
                  nei documenti sino alla fine del XVIII secolo. 
                   
                  Quanto ai Carmelitani, essi ampliarono poi la propria sede nella 
                  prima metà del XVII secolo e nuovamente nel secolo successivo, 
                  quando le venne dato l'aspetto che tuttora conserva. Nei primissimi 
                  anni del XVII secolo era stato costruito anche un comodo convento 
                  col chiostro, oggidì ancora esistente anche se destinato ad 
                  usi diversi, non tutti congrui con la storia del complesso. 
                   
                  Nel 1797 i Padri del Carmelo dovettero lasciare Rimini in seguito 
                  alla soppressione decretata dal Governo Napoleonico; subentrarono 
                  ad essi in quell'anno i Cappuccini provenienti da un Monastero 
                  situato nella zona dell'antico anfiteatro romano; essi rimasero 
                  in S. Giovanni per pochi anni, ovvero sino a quando anch'essi, 
                  nel 1805, furono cacciati da Napoleone. Da allora la chiesa 
                  è semplice parrocchia.  
                   
                  Poiché, in realtà, S. Giovanni Battista di Rimini, nonostante 
                  mutamenti di non grande entità, mantiene ancora l'aspetto conferitole 
                  dai Carmelitani e poiché durante la loro permanenza il complesso 
                  conventuale assunse la massima importanza nella sua storia, 
                  ci pare opportuno, prima di addentrarci nella descrizione del 
                  monumento, dare qualche nota sulle origini di questo ordine 
                  religioso. 
                   
                  I Carmelitani prendono il loro nome dal Monte Carmelo, in Palestina, 
                  dove è accertato che nel XII secolo era riunita una comunità 
                  di asceti ai quali il Patriarca di Gerusalemme, Alberto da Vercelli, 
                  lasciò la regola che tuttora l'Ordine professa. 
                   
                  Esiste però anche una tradizione, che tra l'altro ebbe anche 
                  notevole rilevanza nelle dispute tra gli storici cattolici nei 
                  secoli scorsi, che vuole che l'Ordine discenda direttamente 
                  da nient'altro che il Profeta Elia in persona, la cui missione 
                  sarebbe poi stata continuata da Profeta Eliseo e da altri, per 
                  arrivare sino alla Nascita del Cristianesimo, al quale poi i 
                  membri aderirono, cooperando alla predicazione. 
                   
                  Di certo comunque sappiamo che questi religiosi svilupparono 
                  una grande devozione per la Vergine Maria alla quale era intitolato 
                  un tempio sul Monte Carmelo. Con l'arrivo dei musulmani la presenza 
                  dell'Ordine nelle sue zone di origine divenne però ben presto 
                  difficile e, dopo alcuni tentativi di convivenza in nome della 
                  comune venerazione per il Profeta Elia, i Carmelitani furono 
                  costretti a lasciare la Palestina nel XIII secolo, diffondendosi 
                  poi nell'intera Europa.  
                 
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                    mausoleo 
                    di Galla Placida - Ravenna  
                      
                    
                    
                    
                    Papa Lucio 
                    II  
                      
                    
                    
                    
                    
                    
                   
                   
                    
                    Palestina 
                    - mappa del Monte Carmelo 
                    
                    
                    
                    
                    Profeta 
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